venerdì 10 agosto 2007

La questione


Tutto sta a credere o non credere,a fidarsi o non fidarsi.
E proprio dove questo sentimento (perche' di sentimento si tratta secondo me)e' spontaneo e naturale,ecco, proprio li',si insinuano le elucubrazioni cervellotiche di una mente insicura,la mia.
Perche' smettere in modo improvviso e istantaneo di credere.
Perche' parole che fino a ieri erano aria ora diventano dubbio,enigma,tarlo.

4 commenti:

Roberto ha detto...

Tutto ciò: credere, non credere, desiderio, paura... sono solo diversi aspetti della stessa sfera.
Lo stesso truffatore che cambia nome.
Dietro a tutto ciò ci siamo noi stessi.

Una possibilità è visualizzare un'alternativa al binomio desiderio-aspettativa focalizzato su un futuro ipotetico... per investire invece su noi stessi e focalizzarsi sul presente.

E' bello avere sogni ed ambizioni.. il problema è quando sopraggiunge il piacere di anticipazione, come per godere di un risultato già raggiunto. O persino dato per scontato quando ancora non esiste se non nella nostra immaginazione.

http://www.gianlucamagi.it/lavoro2.html

Luce ha detto...

Uuuu,io sono maestra in questo.
Se io so che domani avro' 20 euro,beh,li spendo gia' oggi...e' eccessiva la mia aspettiva verso il domani, vero?
In realta', cerco di partire in modo neutro.
Verso ogni cosa.
Poi,quando permetto loro di insinuarsi in me,fatico a non avere aspettative.
Anzi,inizio ad avere delle pretese...

grazie per il link :)

arzak ha detto...

Ho una bolla d'aria. La sento perfettamente.
Quando sono triste si fa più pesante e a volte, quando piango,
sembra una goccia di mercurio.
La sento perfettamente. Quando sono contento si fa più leggera e a volte, quando mi parla, sembra che non ci sia.
La bolla d'aria cammina dal cervello al cuore e dal mio cuore al cervello.
(F.Arrabal)

Roberto ha detto...

Ehehe quello che dici tu si chiama "credito al consumo" ed è un male ormai endemico della nostra società... :-D

Comunque conoscersi, con i propri limiti, è il primo passo importante. Poi c'è l'accettarsi, e solo dopo il migliorarsi.
Migliorarsi senza prima essersi accettati non rende felici.